Gaetano Previati -  Cardinale Aliardi
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Gaetano Previati

(Ferrara, 1852 - Lavagna [Genova], 1920)

Ritratto del Cardinale Antonio Agliardi

  • Tecniche: olio su tela
  • Dimensioni: 49x31 cm
  • Riferimento: 0489
  • Scuola: scuola emiliana
Quantità

Se interessati, si prega di contattarci per ulteriori informazioni. Al momento il dipinto è in prestito perché inserito in un progetto di studio scientifico-diagnostico istituzionale sulle opere di Gaetano Previati nell'anno del centenario della morte. 

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NOTE STORICHE sul Cardinale Antonio Agliardi

(dalla voce A. Agliardi di Fausto Fonzi, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1, 1960)

Nato a Cologno al Serio (Bergamo) il 4 sett. 1832, studiò nel seminario romano, e nel 1855 si fece apprezzare sostenendo una disputa con il p. C. Passaglia. Nel 1862 si recò a Torino per indurre don Bosco a difendere presso le autorità civili mons. Pierluigi Speranza, intransigente vescovo di Bergamo. Divenuto parroco di Osio Sotto (Bergamo), fondò un oratorio festivo per i giovani. Fin dalla fondazione collaborò a La Scuola Cattolica e, negli articoli ivi pubblicati, come nel carteggio con il deputato Andrea Moretti, si rivelò intransigente e temporalista. Nel settembre 1885, su proposta del cardinale G. Simeoni, prefetto della Congregazione, l'Agliardi fu nominato delegato apostolico nelle Indie ed arcivescovo di Cesarea di Palestina. Affrontò allora la delicata questione dei rapporti con il Portogallo, che vantava il suo diritto di patronato sulle Indie. L'Agliardi mirò a ridurre le pretese di Lisbona e la giurisdizione dell'arcivescovo di Goa (creando quattro nuove diocesi), a concludere un concordato con il Portogallo ed a ricostituire la gerarchia cattolica in India. Presiedette anche i concili di Ceylon, del Bengala e di Allahabad e fondò due nuovi seminari.

Nella primavera del 1886 l'Agliardi tornò in Italia; l'8 maggio 1887 fu nominato prosegretario e il 6 ott. 1888 segretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari. Si avvicinò allora ai gruppi cattolici e liberali desiderosi di conciliazione fra Stato e Chiesa. Si parlò in quel tempo di un "quartetto", composto dall'Agliardi, da mons. Galimberti, mons. Montel e dal barone Schlozel, intento a favorire un accostamento della S. Sede alla Triplice Alleanza. L'Agliardi appoggiò infatti nel 1887-88 le trattative del Galimberti con il governo tedesco; e di lui già si parlava come di un "contrappeso" al segretario di stato, cardinale Rampolla, intransigente e francofilo. Il 4 aprile del 1889 l'Agliardi fu nominato nunzio apostolico in Baviera. Il suo compito fu difficile, perché non erano scomparse in Germania le tracce del Kulturkampf, né mancavano le accuse alla Santa Sede di favorire la Francia contro la Triplice, e di appoggiare le tendenze repubblicane e demagogiche del Centro. L'Agliardi dovette anche occuparsi della questione dell'esenzione dei chierici dal servizio militare e adoperarsi per il ritorno in Germania dei redentoristi. Riuscì anche a frenare il giuseppinismo bavarese che voleva controllare e utilizzare ai suoi fini la Chiesa. Appoggiò il congresso cattolico di Monaco nel settembre 1889 e ottenne la sconfessione dei "vecchi cattolici".

Il 16 maggio 1893 l'A. sostituì il Galimberti (creato cardinale) nella nunziatura di Vienna. L'Agliardi non era più un diplomatico vecchio stile, preoccupato solo di corti e di governi; i contatti con il Centro tedesco e l'enciclica Rerum novarum avevano volto i suoi interessi anche alle masse popolari cattoliche. A Vienna rivelò quindi la sua nuova sensibilità per gli aspetti sociali delle questioni politico-religiose, non nascondendo le sue simpatie e non negando il suo appoggio al moto cristiano-sociale contro il capitalismo liberale, ebraico e magiaro, moto che non godeva il favore della corte, della nobiltà, dell'alto clero.

Nel maggio 1896 l'Agliardi fu inviato a Mosca dalla Santa Sede come ambasciatore straordinario per l'incoronazione di Nicola II; il 22 giugno ottenne la porpora col titolo dei SS. Nereo e Achilleo, e rientrò a Roma. Nel 1899 fu nominato cardinale vescovo di Albano.

Difensore di R. Murri e dei giovani democratici cristiani dalle accuse di clericali e conservatori, desiderò l'ingresso dei cattolici italiani nella vita politica e in parlamento. Prefetto dell'economato di Propaganda nel 1902, nel giugno del 1903 succedette al cardinale L. M. Parocchi come cancelliere di Santa Romana Chiesa. Mori a Roma il 19 marzo 1915.

0489

Scheda tecnica

dimensione
49x31 cm
tecnica
olio su tela
soggetto
ritratto
scuola
scuola emiliana